Riceviamo da un cittadino di Fonte meravigliosa e pubblichiamo.

Dobbiamo dire addio alle palme da datteri (Phoenix dactylifera) che sono dislocate in vari punti dei parchi di Fonte Meravigliosa. Chi passeggia per i giardini avrà potuto notare alcune piante di Palme tagliate e capitozzate. E’ una brutta notizia: anche da noi è arrivato il terribile punteruolo rosso della palma (Rhynchophorus ferrugineus O.) un coleottero curculionide, originario dell’Asia, micidiale parassita di molte specie di palme. Specie autoctona in Asia sud orientale, a  seguito del commercio di esemplari di palme infette la specie ha raggiunto negli anni ottanta gli Emirati Arabi e da qui si è diffusa in Medio Oriente ed in quasi tutti i paesi del bacino meridionale del Mar Mediterraneo; quindi ha raggiunto la la Spagna e quindi la Corsica e la Costa Azzurra francese (2006). La prima segnalazione in Italia è del 2004 e si deve ad un vivaista di Pistoia che aveva importato delle piante dall’Egitto; nel 2005 viene segnalato in Sicilia. Già da due anni è stata osservato nel Lazio, prima in provincia di Latina, ma ormai è diffuso in tutta la provincia di Roma. La infestazione può essere a lungo asintomatica e manifestarsi solo in una fase avanzata. I primi sintomi sono rappresentati da un anomalo portamento della chioma, che assume un caratteristico aspetto divaricato “ad ombrello aperto”. Nei casi più gravi si arriva alla perdita completa delle foglie, per cedimento del rachide fogliare, per cui la pianta appare come “capitozzata”. Il ciclo biologico dell’insetto è la causa della malattia: dopo la schiusa delle uova le larve si dirigono infatti verso l’interno della pianta, scavando gallerie grazie al robusto apparato masticatorio e danneggiando soprattutto la zona del tronco immediatamente sottostante alla corona foliare. Possiamo notare, nel tronco della palma abbattuta a Prato Smeraldo i tipici bozzoli ovali di fibre di palma all’esterno del tronco, che sono uno dei sintomi, tardivi, della malattia.

Il controllo del Rhynchophorus ferrugineus è problematico e molto difficile a causa del concorso di molteplici fattori che favoriscono il fitofago. Gli adulti si muovono con facilità. I trattamenti chimici curativi richiedono l’impiego di insetticidi sistemici e una diagnosi precoce dell’infestazione; trattamenti curativi tardivi, oltre ad essere inutili per risolvere l’attacco nella pianta infestata, sono di scarsa efficacia. I trattamenti chimici preventivi possono avere una loro efficacia come barriera chimica, tuttavia presuppongono l’impiego di prodotti attivi per contatto, dotati di una certa tossicità, e la copertura di tutta la pianta con l’irrorazione. Il trattamento di esemplari di grandi dimensioni, che espone al rischio di fenomeni di deriva, e l’intervento in aree urbane pongono inoltre vincoli nella scelta del principio attivo subordinando l’efficacia alla tutela della salute pubblica. Non c’è stata quindi incuria nella manutenzione del verde; tuttavia è sorprendente la incredibile aggressività del patogeno, che in un anno o poco più non ha lasciato scampo alle nostre palme – e non  lo lascerà agli esemplari sopravvissuti.

Purtroppo quello che avviene nei nostri parchi si replicherà in tutti gli altri giardini di Roma: tra pochi anni ci sarà delle palme da dattero solo un ricordo.

Attilio Tonolo – Agronomo